Un casco, un paio di guanti e il confronto con i propri limiti

Fenice

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Numero 02 – ottobre 2020

COS’E’ LO SPARRING?
Se dovessi definire lo sparring direi questo: “Riempire di mazzate un compagno di allenamento”.
Quando ci si allena in palestra, normalmente si “provano” le tecniche accordandosi: “Ti do un pugno piano a destra e tu ti difendi con la mano sinistra, facendomi un bel sorrisone e, mi raccomando, non mi colpire troppo forte che mi spettini”.

Questo tipo di allenamento serve ad abituare il nostro corpo a determinati movimenti e reazioni, e, battute a parte, va fatto!
Quando si acquisisce una sufficiente padronanza dei movimenti, allora interviene lo Sparring.
Lo Sparring, che in cinese si dice Gor Sao e che in gergo pramzan si definisce “Colpire alla Vigliacca”, simula un combattimento da strada.
Immaginiamo a situazione in cui si è in discoteca: noi siamo fighi (come sempre) e stiamo bevendo una birra (come sempre), raccontando ad una tipa (quasi mai…) che siamo “Gianluca Vacchi” e abbiamo il grano (e bisogna essere molto credibili eh).
Ad un tratto arriva un pazzo scatenato che ha appena preso un due di picche dalla stessa tipa (che tra poco lo darà a noi), magari un po’ alticcio che deve sfogare la sua ira funesta sul concorrente.
Come in una rissa che si rispetti, egli arriva con passo veloce, petto in avanti, viso accigliato e pugno pronto.
Ci batterà sulla spalla, farfuglierà qualcosa (mentre nel frattempo la Tipa si sarà già dileguata) e dopo un breve spintone ci sparerà nel muso un cartone da 1000 Joule.
Ma noi, grazie agli allenamenti col Gor Sao, saremo pronti a rispondere con un Tan Sao, un Pak Sao accompagnati da un Jeet Kune, ossia gli daremo un bel pugno dopo aver intercettato il suo, e il tutto senza ragionarci più di tanto (per noi maschi non ragionare è sempre molto facile).
Lo Sparring, che si fa indossando dei brutti quanto efficaci caschetti con gabbia davanti al viso e dei guanti protettivi, ci abitua a reagire all’imprevedibilità di un aggressore.
Più il nostro avversario (compagno di allenamento) agisce in modo imprevedibile (finte, vigliaccherie varie), più il nostro cervello (per chi ne ha uno) e il nostro corpo (tutti ne abbiamo uno più o meno bello) si abituerà a difendersi in modo istintivo ma efficace.

PERCHÈ FARE SPARRING?
Ogni allievo è in grado di eseguire, a seconda del suo grado/cintura, un set di movimenti in modo più o meno preciso (più meno che più), ma sarà sufficiente?
Nell’esercizio in palestra durante un allenamento vigono queste regole:

  • L’obiettivo di imparare gli automatismi con l’aiuto del compagno
  • Lavorare con una minima distanza di sicurezza
  • Condividere e concordare le mosse affinchè ci si concentri sulla generazione corretta del movimento e non sulla previsione di ciò che accadrà
  • Fermarsi in caso di errore, ripetere le routines fino a che esse non diventino automatiche
  • Nello Sparring e/o (o simulazione) ci sono fattori ben diversi
  • Si combatte con uno sconosciuto non armato di buone intenzioni (uno che ha bisogno di affetto), che colpisce ovunque senza preavviso (un disordinato mentale con la volontà di farci male, e fa pure rima!)
  • Si combatte sotto stress perchè non si ha il tempo di valutare ma si deve agire: mentre ragioniamo sul mettere le mani avanti, abbiamo già preso due o tre pizze in faccia
  • Si combatte con qualcuno che non ti dice dove ti colpirà (magari non lo sa nemmeno lui), con che forza lo farà (e si presuppone che ce la metterà tutta), con che energia, cattiveria (sicuramente non è un premio nobel per la pace), velocità, abilità e soprattutto molto probabilmente non adotterà tecniche della tua arte marziale ma bensì tirerà pugni e calci in modo istintivo.

Il percorso degli allievi di Fenice, secondo le regole di Sifu Antonio e della VTICAAI (Ving Tsun Ip Ching Athletic Association Italia), comprende pertanto stages periodici di Sparring e almeno un paio d’ore al mese di esercizio in palestra.

COSA SUCCEDE AL NOSTRO CERVELLO QUANDO PRENDIAMO UNA RAFFICA DI SCHIAFFONI?
Al primo colpo accusi “moralmente” e dici “Oh ma che c.!?”, ma mentre attendi il secondo da destra e pensi: “Vai vai che adesso te ne tiro uno nei denti!”, ti arriva una raffica di pugni da sinistra che, nonostante il caschetto, ti disorientano e ti fanno dire: “Oh ma che c.!?”
Nel Wing Chun peraltro, l’obiettivo è raggiungere una corta distanza (che è poi lo stesso obiettivo che abbiamo in discoteca con la Tipa no?), pertanto quando cominci a pensare troppo (va beh sempre per chi è in grado di pensare eh), il tuo avversario ha le sue mani libere sul tuo viso, e quindi sei in balia di lui (fosse la Tipa…ok).
È a quel punto che inizi a non capire più cosa fare e come agire (che è un pò la storia della tua vita), per cui pari a caso e colpisci perdendo totalmente il controllo di ciò che fai (questo succede anche se la Tipa ti dice di si).
Sifu Antonio a quel punto ti ferma e ti aiuta ad imparare a controllare la situazione (dopo avertele date ovviamente).
La tua testa all’inizio fa come i Flipper degli anni 80, quando andavano in Tilt, poi inizi a intercettare pochi pugni poi tanti, fino a che ti rendi conto che il vero nemico in un combattimento è la perdita del controllo.
E a quel punto le prendi…

 

LE ATTIVITÀ DI FENICE E DI STUDI YOGA

  • Wing Chun Tradizionale
  • Autodifesa Maschile e Femminile
  • Autodifesa e Wing Chun Genitori e Figli
  • Antibullismo (scuole e privati)
  • Gioco Arti Marziali per i bambini dell’asilo
  • Gioco Arti Marziali a squadre per i bambini delle elementari
  • Corsi Team Building (autodifesa)
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  • www.fenicekungfu.it
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  • TEL. 3492459130 (MASSIMO)

Massimo Orsini

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